La Pachira acquatica: una pianta ornamentale da interno molto apprezzata per la sua bellezza e resistenza.

La Pachira acquatica: una pianta ornamentale da interno molto apprezzata per la sua bellezza e resistenza.

Nella foresta tropicale, tra i frondosi alberi e le liane intrecciate, si erge maestosa la pachira insignis, una pianta dalle radici aeree e dai frutti a forma di grosso pallone verde. La sua presenza imponente sembra davvero provenire da un altro mondo, come se fosse un essere alieno venuto a stabilire una connessione tra la terra e il cielo.

La pachira insignis si staglia con la sua silhouette esotica contro il cielo azzurro, mentre le sue radici si aggrappano saldamente al terreno umido e fertile. È come se la pianta stia cercando di trattenere con tutte le sue forze la vita che bolle sotto la superficie della terra, pronta a esplodere in un crescendo di energie vitali.

Eppure, nonostante la sua imponenza, la pachira insignis sembra anche delicata e eterea, come se fosse un miraggio che può svanire al minimo soffio di vento. La sua bellezza è così straordinaria che sembra quasi irreale, come se fosse un mirabile trucco della natura, un’illusione che ci fa interrogare sulla verità che si cela dietro la nostra percezione della realtà.

Nella vita, spesso ci troviamo di fronte a situazioni e persone che sembrano provenire da un mondo a parte, che ci colpiscono per la loro bellezza o la loro imponenza. Ma così come la pachira insignis, anche queste realtà straordinarie sono parte integrante del mondo che ci circonda, e ci sfidano a guardare oltre le apparenze per cogliere la vera essenza delle cose.

Quali sono le caratteristiche e le cure della pachira aquatica?

Ma non dovremmo forse fare lo stesso con noi stessi e con le nostre relazioni?

Nel mese di settembre, a Maria Barilaro stato regalato un esemplare di pachira aquatica. Inizialmente la pianta sembrava fiorire, ma ora le foglie cadono e le nuove crescono pallide e già appassite. Questa specie, nota anche come albero dei soldi, è originaria delle foreste dell’America centrale e del Sud e apprezzata per le sue foglie verdi lucide e il tronco intrecciato, che sono considerati portatori di buon auspicio.

Maria Barilaro, abitante della città di Roma, si preoccupa per la sorte di questa pianta, che ha un significato importante per lei in quanto ricevuta in occasione del suo matrimonio. Nonostante la sua attenzione e le cure fornite, sembra che la pachira aquatica non sia felice nella sua nuova dimora.

La questione delle piante da interno è sempre stata fonte di dibattito: come soddisfarne i bisogni nella maniera migliore? La temperatura, l’illuminazione e l’irrigazione sono tutti elementi cruciali che devono essere bilanciati con cura. Le piante, come gli esseri umani, hanno esigenze individuali che devono essere prese in considerazione.

Maria Barilaro ha già provveduto a un’illuminazione moderata e a un’irrigazione regolare, ma sembra che questo non sia sufficiente per la felicità della pachira aquatica. Questa situazione ci fa riflettere sulle nostre relazioni con il mondo vegetale: quanto dobbiamo impegnarci per comprendere e soddisfare le esigenze delle piante che ci circondano?

La ricerca della soluzione a questo dilemma porta Maria Barilaro a chiedere aiuto, dimostrando la sua dedizione nel tentativo di salvare questa pianta speciale. Un gesto che mette in luce la sua sensibilità e il suo attaccamento all’importanza simbolica degli oggetti donati dagli altri. La pianta, oltre a essere un elemento decorativo, è diventata una testimonianza tangibile di un legame affettivo.

Gli enigmi della natura e del suo rapporto con l’uomo rimangono, tuttavia, irrisolti. Ogni tentativo di comprendere le esigenze delle piante può risultare vano, ma la dedizione nel tentativo di aiutarle resta comunque un gesto valoroso e significativo.

Il significato e le caratteristiche della pianta pachira aquatica

 Da evitare assolutamente, in ogni caso, il ristagno d'acqua unito a temperature basse, in quanto

Gentilissima Maria, mi preme congratularmi per il vostro imminente matrimonio e ringraziarvi per aver rivolto a me la vostra domanda sulla pachira tramite la rubrica dell’Esperto di giardinaggio.it.

Al momento, devo purtroppo informarvi che non siamo in grado di reperire molte informazioni su questo particolare tipo di pianta.

La pachira, conosciuta scientificamente come pachira aquatica o anche come Bombax aquatica, appartiene alla famiglia delle Bombacacee, come ad esempio il Baobab, e cresce spontaneamente nelle zone equatoriali, raggiungendo dimensioni considerevoli, ma può essere coltivata anche in vaso.

Caratterizzata da foglie ampie di circa 30 centimetri, di un verde rigoglioso e composte da 5-9 foglie ovali, la pachira produce anche fiori profumati con lunghi pistilli leggermente rosati e frutti commestibili durante il periodo che va da febbraio ad agosto, almeno nel suo paese d’origine, il Messico e l’America centrale. Si tratta di un albero a rapido accrescimento che può raggiungere anche i 20 metri di altezza.

Per quanto riguarda le cure, è consigliabile trattarla come una comune pianta da appartamento. In inverno, l’annaffiatura deve essere ridotta e bisogna evitare ristagni d’acqua, ricorrendo anche a nebulizzazioni fogliari per contrastare l’aria secca tipica dei termosifoni accesi.

La pachira andrebbe posizionata in luoghi ben illuminati, evitando però il contatto diretto con i raggi solari e cercando di non relegarla in zone eccessivamente ombreggiate.

Le concimazioni devono essere regolari, fornendo macro e microelementi per prevenire ingiallimenti delle foglie, mentre è consigliabile somministrare fertilizzante completo durante tutto l’anno, compreso il periodo invernale.

Per quanto riguarda il terreno, la pachira non è particolarmente esigente, pur richiedendo un buon drenaggio; è consigliabile evitare terreni torbosi. Inoltre, predilige temperature abbastanza elevate, anche se può sopportare temperature minime di 12-14C se mantenuta asciutta.

Da evitare assolutamente, in ogni caso, il ristagno d’acqua unito a temperature basse, in quanto ciò potrebbe causare ingiallimento e caduta precoce delle foglie.

Infine, è raccomandabile eseguire il rinvaso ogni 2-3 anni e, durante l’estate, è possibile posizionare la pianta all’esterno, in luoghi luminosi ma non eccessivamente esposti ai raggi solari (l’ideale sarebbe una zona esposta ad est, dove il sole batte al mattino).

Con tanti auguri per il vostro matrimonio, vi porgo distinti saluti.

Come fare per rinvasare correttamente la pachira e garantirne la crescita e la salute ottimale?

È come se l'uomo, desideroso di risultati rapidi e certi, scegliesse di manipolare la vita stessa

La pachira, con il suo rapido crescere, sembra quasi volerci comunicare un’importante lezione sulla vita. Anche noi, come piante, abbiamo bisogno di spazio e di nuovi nutrienti per poter continuare a crescere in modo sano e armonico.

LEGGI ANCHE:  Come creare e curare un Bonsai di Faggio: Guida passo dopo passo per coltivare e mantenere un bellissimo albero in miniatura"

Il rinvaso della pachira diventa quindi un momento simbolico, un’occasione per riflettere sulle nostre esigenze e per cercare nuovi stimoli che ci permettano di crescere e di svilupparci. Così come la pianta ha bisogno di un terreno che dreni in maniera rapida, anche noi dobbiamo cercare di liberarci dai pesi e dagli ostacoli che impediscono il nostro fluire nella vita.

E dunque, con cura e attenzione, ci occupiamo del rinvaso della pachira, cercando di bilanciare gli elementi del terreno per garantire il suo benessere. Ma non dovremmo forse fare lo stesso con noi stessi e con le nostre relazioni? Equilibrare i vari aspetti della nostra vita, aggiungendo un po’ di leggerezza e un po’ di sostanza, per continuare a crescere in modo armonioso.

Il rinvaso diventa così un momento di riflessione e di attenzione, in cui prendersi cura della pachira diventa anche un modo per prendersi cura di sé stessi e dei propri bisogni. E allora, mentre sistemiamo la pianta nel suo nuovo vaso, possiamo anche dedicare un pensiero alle nostre esigenze, ai nostri spazi vitali e alle nostre necessità di crescita.

Descrizione e analisi delle origini della pachira

Nel suo habitat naturale, la pachira acquatica si erge maestosa, alta fino a 18 metri, ma una volta coltivata in casa si accontenta di raggiungere al massimo i 3 metri. È interessante notare come, in un ambiente domestico, la sua crescita venga limitata, quasi frenata, rispetto alle dimensioni che potrebbe raggiungere in condizioni selvatiche. E così, in fondo, anche noi esseri umani spesso ci troviamo ad adattarci e a limitare il nostro potenziale in ambienti che non ci permettono di esprimerci pienamente.

Le foglie, palmate e di un verde brillante, portano con sé la luce e la vitalità della natura tropicale, anche quando la pianta viene coltivata lontano dalle sue origini. Rimane sempre una traccia, un ricordo delle sue radici, anche quando si trova lontano da casa. Certamente, c’è un’inquietudine profonda nell’essere umano, un desiderio di appartenenza e radici che spesso ci spinge a cercare in noi stessi e nel mondo intorno a noi qualcosa di autentico e antico.

I fiori della pachira acquatica, con il loro profumo intenso e i petali che si aprono come le bucce di banana, sembrano voler catturare tutta l’attenzione su di sé, come se volessero ricordarci di porre attenzione alle bellezze effimere che ci circondano. È un monito a cogliere il momento presente, ad apprezzare la bellezza che si manifesta anche nei dettagli più piccoli e apparentemente insignificanti.

Infine, i frutti, con la loro forma simile alle fave di cacao, racchiudono in sé la promessa di nuove vita e di rinascita. Anche quando sembrano verdi e immaturi, contengono già potenzialità n nascoste che, con il tempo e le giuste condizioni, si svilupperanno e si trasformeranno in qualcosa di nuovo e nutriente. Forse anche noi, come quei frutti verdi, portiamo dentro di noi delle potenzialità ancora nascoste, delle risorse che aspettano solo di essere coltivate e sviluppate.

Così la pachira acquatica, con le sue caratteristiche uniche e affascinanti, riesce a raccontare, quasi senza parole, delle verità profonde che riguardano la vita stessa. E forse è proprio questa capacità delle piante di parlare, in silenzio, con la loro presenza, che le rende così affascinanti e misteriose.

Come coltivare la pachira: istruzioni e consigli per la cura di questa pianta

Nel vasto e intricato mondo della coltivazione, la pachira si erge come un enigma da decifrare, una sfida da affrontare con pazienza e attenzione. Come in molte altre cose della vita, per raggiungere il successo è necessario comprendere e rispettare le regole del gioco.

Così come la vita stessa, la pachira richiede un ambiente adatto per poter prosperare. Le foreste pluviali substropicali sono il suo habitat naturale, e cercare di replicarne le condizioni non è un compito da poco. Le temperature devono essere bilanciate, non troppo alte né troppo basse, proprio come il nostro equilibrio emotivo e fisico nella vita di tutti i giorni. L’umidità dell’aria, poi, deve essere costantemente elevata, come la presenza rassicurante di un amico fidato nei momenti di difficoltà.

La luce, infine, gioca un ruolo fondamentale nella vita della pachira, come nella vita di ciascuno di noi. Deve essere intensa ma mai troppo diretta, proprio come la saggezza che illumina il nostro cammino senza accecare i nostri occhi con eccessiva presunzione.

E così, nel tentativo di far radicare la pachira nelle nostre vite, impariamo a rispettare la sua natura, ma anche a riflettere sulle somiglianze con le nostre esistenze. Forse, proprio nel tentativo di far crescere questa pianta, possiamo imparare qualcosa di nuovo su come far fiorire anche la nostra vita.

Rusticit

Nella penisola italiana, la pachira è considerata principalmente una pianta da appartamento, ma non bisogna dimenticare che le piante, come gli esseri umani, hanno una loro resistenza e capacità di adattamento. Anche se preferisce le temperature miti, può sopportare il freddo fino a un certo punto, perdendo però le foglie e avendo bisogno di tempo per riprendersi, proprio come noi quando affrontiamo momenti difficili nella vita.

Nell’inverno della vita, anche noi ci ritroviamo in ambienti poco accoglienti e dobbiamo cercare di adattarci per sopravvivere. In estate, invece, possiamo affrontare anche situazioni difficili se siamo ben preparati e circondati da un ambiente favorevole.

In certe regioni della nostra penisola, come la Sicilia e il Sud della Sardegna, la pachira può essere coltivata all’aperto, simbolo della capacità umana di adattarsi e prosperare anche in condizioni diverse da quelle abituali. Come la pachira che si trova in una terra diversa, anche noi possiamo crescere e prosperare, pur trovandoci in situazioni nuove e sconosciute.

Esposizione

La pachira, con le sue radici strette in un vaso, sembra pronta a partire per un viaggio senza meta. Come gli uomini, anch’essa cerca la luce ma deve fare attenzione a non esporsi troppo, a non bruciarsi nel bagliore accecante dell’estate. Anche noi, nei momenti di piena luce, dobbiamo proteggerci, filtrare i raggi e trovare riparo.

LEGGI ANCHE:  Phalaenopsis Amabilis: una bellissima orchidea dalle grandi e vistose fioriture bianche"

Ma la pachira, in fondo, è una pianta di città, abituata a vivere tra muri e finestre. Anche lei, come molti di noi, si accontenta di quel filo di luce che riesce a penetrare tra gli edifici, a illuminare il grigiore della quotidianità.

Eppure, per crescere davvero, per respirare a pieni polmoni, anche la pachira ha bisogno di spazi aperti, di quella libertà che solo l’esterno può offrire. Anche noi, immersi nella frenesia delle nostre vite, dovremmo cercare quei momenti di respiro, quei luoghi in cui lasciare che l’aria fresca ci rigeneri.

E così, se non possiamo trovarli altrove, dovremmo imparare a costruire il nostro rifugio, a proteggerci con le nostre sottili stuoie di canne, a difenderci dalla luce accecante e dal vento troppo forte. E forse, solo così, potremo permettere alla nostra pachira interiore di crescere, di rifiorire, di trovare la sua luce migliore.

Irrigazione

La pachira, con le sue radici intricate e sinuose, sembra richiamare le atmosfere delle foreste pluviali in cui ha le sue origini. E proprio come in quei luoghi umidi e lussureggianti, anche in casa la pachira necessita di cure attente e precise.

L’acqua, indispensabile per la vita della pianta, deve essere amministrata con cura e attenzione. Non troppo, né troppo poco: come sempre, il giusto equilibrio è fondamentale. E così, mentre innaffiamo la pachira, riflettiamo su quanto anche nelle nostre vite sia necessario trovare un equilibrio, evitando gli eccessi che possono danneggiare le radici della nostra esistenza.

E l’acqua stessa, fonte di vita e allo stesso tempo veicolo di impurità, ci ricorda la fragilità delle risorse naturali e l’impatto dell’inquinamento sull’ambiente. Anche noi, come la pachira, dobbiamo fare attenzione a ciò che assorbiamo dal nostro ambiente, evitando le sostanze dannose che possono compromettere la nostra salute e il nostro benessere.

E così, mentre osserviamo la pachira riposare durante l’inverno, possiamo riflettere sul nostro bisogno di tempi di riposo e di rigenerazione, permettendo alla nostra vita di assorbire lentamente ciò di cui ha bisogno per crescere e prosperare. Come la pianta, anche noi possiamo trovare la bellezza e la serenità nell’equilibrio e nella cura attenta di ciò che ci circonda.

L’influenza dell’umidità sull’ambiente circostante

Nei giardini botanici e nei parchi, infatti, possiamo osservare come la varietà e la densità delle piante creino un microclima particolarmente umido e gradevole.

Questa attenzione all’umidità, oltre a preservare la salute della pianta, ci ricorda la delicatezza e la cura necessarie per la vita in generale. Anche noi, come le piante, abbiamo bisogno di un ambiente adeguato per prosperare.

La vita stessa potrebbe essere paragonata a una delicata pianta, che necessita di cura, attenzione e amore per poter crescere e fiorire. E così come per le piante, anche per noi umani è importante cercare l’equilibrio e l’ambiente adatto per il nostro benessere fisico e mentale.

In questo modo, la cura per una semplice pachira si trasforma in una riflessione più ampia sulla vita e sulle nostre esigenze di base. Siamo tutti in cerca del nostro microclima ideale, del giusto equilibrio che ci permetta di esprimere al meglio il nostro potenziale.

Come scegliere il terreno giusto e come rinvasare correttamente le piante

La pachira, pianta dalle origini misteriose e dal portamento elegante, sembra incarnare l’essenza stessa della vita: una crescita veloce, un adattamento a diversi tipi di terreno, la necessità di essere curata e rinvasata per poter esprimere al massimo la propria bellezza.

In questo mondo in cui tutto sembra reggere su basi fragili e incerte, la pachira ci insegna l’importanza di trovare il giusto equilibrio, di scegliere con cura il terreno su cui piantare le radici e di essere pronti a rinvasare e rinnovarsi quando la situazione lo richiede.

E così come la pachira ha bisogno di trattamenti specifici per preservare la salute delle proprie radici, anche noi, nella nostra vita quotidiana, dobbiamo essere pronti a prendere le misure necessarie per proteggere il nostro benessere fisico e mentale. Come la pianta, dobbiamo essere attenti alle avversità esterne e pronti a difenderci con le cure adeguate.

La pachira sembra quasi chiedere di essere considerata non solo come una pianta decorativa ma anche come un compagno di vita, un alleato silenzioso che ci ricorda che la cura delle radici è fondamentale per crescere in modo sano e vigoroso. E forse, guardando la pachira, possiamo imparare a essere più consapevoli delle nostre radici, a prendere cura di esse e a proteggerle dai marciumi che minacciano la nostra crescita interiore.

Concimazione

Nel vasto giardino della vita, la concimazione rappresenta un momento cruciale, un intervento delicato che richiede sapienza e cura. Come un agricoltore attento alla propria terra, dobbiamo nutrire e prendere cura delle nostre relazioni, dei nostri impegni, dei nostri interessi. È importante intervenire durante il periodo vegetativo, quando tutto intorno a noi è in crescita, in movimento. È un invito a essere presenti, a essere attenti ai segnali che la vita ci manda, a essere pronti a nutrire e far crescere ciò che ci circonda.

I concimi liquidi per piante verdi, bilanciati e ben misurati, ci ricordano l’importanza dell’equilibrio nelle nostre azioni. Così come le piante hanno bisogno di nutrienti essenziali per svilupparsi in modo sano, anche noi abbiamo bisogno di trovare un equilibrio nelle nostre vite, evitando eccessi e carenze, cercando armonia tra le varie sfere della nostra esistenza.

Quindi, mentre ci prendiamo cura delle nostre piante e del nostro giardino, ricordiamo di prendere cura anche di noi stessi e di coloro che ci circondano. Ogni concimazione, ogni gesto di cura, diventa un’opportunità per riflettere su come migliorare e nutrire le relazioni, le passioni, gli impegni che rendono la nostra vita un vero e proprio giardino.

LEGGI ANCHE:  Il dispositivo nebulizzatore per la diffusione di liquidi mediante vaporizzazione.

Potatura

La pachira, nota anche come pianta dei soldi, è un esemplare affascinante della flora tropicale, con le sue radici aeree e il tronco intrecciato che sembra custodire segreti nascosti tra i suoi nodi. Non c’è bisogno di modellare la sua crescita, né di costringerla a seguire schemi prestabiliti; la pachira sa trovare da sé la strada verso la luce, in un’eterna danza con il sole.

Ecco cosa mi spinge a riflettere sulla vita: spesso cerchiamo di controllare ogni dettaglio, di forzare i nostri percorsi, di imporre regole e schemi alla nostra esistenza. Eppure, come la pachira, forse dovremmo imparare a lasciarci guidare dalla nostra natura interiore, a lasciare che le nostre radici affondino nei suoli fertili dell’esperienza e che il nostro tronco si intrecci con quello degli altri, senza paura di mostrare le nostre vulnerabilità.

Per quanto riguarda le foglie vecchie o compromesse, non possiamo negare che anche nella vita ci siano momenti in cui dobbiamo fare pulizia, eliminare ciò che non ci serve più, liberarci da parassiti che minacciano la nostra crescita e guarire dalle scottature causate dalle avversità. Ma anche in questo processo di eliminazione e purificazione, possiamo trovare la bellezza della rinascita, l’opportunità di lasciare spazio a nuova linfa vitale e a nuove idee che possano rigenerare il nostro essere.

E così, osservando la pachira e le sue modeste esigenze di potatura, riflettiamo sulla nostra stessa esistenza e ci lasciamo ispirare dalla saggezza della natura, imparando ad accogliere la nostra crescita in modo naturale, a lasciare andare ciò che non ci serve più e a trovare la bellezza nell’eterno ciclo di rinascita.

Propagazione

Nella scelta della talea come metodo di propagazione delle piantine di pachira si nasconde una sorta di volontà umana di controllare e dirigere il corso del processo naturale. È come se l’uomo, desideroso di risultati rapidi e certi, scegliesse di manipolare la vita stessa delle piante per ottenere ciò che desidera. Ma fino a che punto possiamo interferire con la natura senza causare disarmonia?

Questo metodo ci offre la possibilità di replicare esattamente le caratteristiche della pianta madre, senza lasciare spazio a sorprese o deviazioni genetiche. È un po’ come se volessimo preservare l’identità di ogni singola piantina, senza concedere loro la libertà di evolvere in maniera autonoma. Ma sarà davvero possibile controllare il corso della vita in questo modo?

D’altra parte, la difficoltà nel reperire i semi della pachira ci ricorda che, nonostante i nostri sforzi, la natura mantiene un suo mistero e una sua indipendenza. Forse dovremmo imparare a lasciare spazio alla casualità e all’imprevedibilità, anziché cercare di dominare ogni aspetto del mondo vegetale.

La talea offre certezze e rapidità, ma forse dovremmo riflettere sulle implicazioni di questa scelta. C’è bellezza anche nella diversità e nell’imprevedibilità, e forse dovremmo concedere alle piante la stessa libertà che cerchiamo per noi stessi.

Talea

Nella primavera, inizia il ciclo della vita delle piante, un momento di rinascita e ricrescita in cui anche l’uomo, osservatore della natura, può trarre insegnamenti e ispirazione. Prelevare una talea, un piccolo frammento di una pianta, è come prendere un pezzo del puzzle della vita vegetale e trasformarlo in una nuova possibilità di crescita e cambiamento.

Nel momento in cui si separa la talea dalla pianta madre, si stacca un pezzo di storia, di DNA, di memoria genetica, per regalarle una nuova occasione di vita. La talea, come ogni essere vivente, ha bisogno di cure, di attenzioni, di cura per poter crescere e diventare qualcosa di nuovo. L’ambiente, il substrato, l’acqua, la luce, tutto contribuisce alla sua crescita e alla sua evoluzione.

Il tempo, in questo processo, diventa una sorta di alleato silenzioso e invisibile, che lavora nell’ombra per permettere alla talea di radicare, di crescere, di rinnovarsi. Ma la pazienza e l’attenzione dell’uomo sono fondamentali per accompagnarne il cammino e favorirne la trasformazione.

La natura, con la sua perfezione e complessità, ci insegna che anche nelle cose più piccole e apparentemente semplici si nasconde un mondo di meraviglie e potenzialità. Ogni talea è un nuovo inizio, un’opportunità di rigenerazione e di bellezza che si ripete ciclicamente, come in un eterno ritorno primaverile.

pachira acquatica: Identificazione, prevenzione e trattamento di parassiti e malattie comuni

Le piante, come la vita stessa, sono soggette a parassiti e malattie. È un fatto inevitabile, ma non per questo occorre rassegnarsi. È necessario osservare attentamente e intervenire con cura.

Le cocciniglie, ad esempio, sono come quei fastidiosi problemi che compaiono nella routine quotidiana. Possono essere debellate con determinazione, ma anche con delicatezza, proprio come si fa staccandoli manualmente e passando dell’alcol sulla parte infestata. Talvolta, però, occorre l’uso di mezzi più incisivi, come un olio minerale attivato con un insetticida sistemico.

Il ragnetto rosso o giallo, invece, è come il deperimento rapido che talvolta colpisce la vita. Richiede cure specifiche e un aumento dell’umidità ambientale, così come in certe fasi della vita serve maggiore sostegno e attenzione.

Gli afidi, infine, sono come quei pensieri che si nutrono di noi, causando danni e producendo melata, ovvero sentimenti insidiosi che intaccano la nostra linfa vitale. Anche in questo caso occorre agire con determinazione, mediante l’uso di insetticidi, per liberarsi da tali preoccupazioni e riprendere il proprio benessere.

Le piante sopra citate, come la Dracena marginata, la pachira acquatica, la Tillandsia cyanea e la Zamioculcas, sono come noi stessi: possono soffrire e ammalarsi. È compito nostro prestare loro la dovuta cura, proprio come dovremmo fare con noi stessi e con chi ci sta a cuore.